Il territorio denominato Valfloriana è in realtà composto da dieci borgate (Barcatta, Casanova, Casatta, Dorà, Montalbiano, Sicina, Valle, Villaggio), dieci piccoli borghi arroccati lungo l’estremità Sud-Ovest della Val di Fiemme, sulla sinistra orografica del torrente Avisio. Come Capriana si trova all’imbocco della Val di Cembra. Grazie alla sua posizione un po’ decentrata, può offrire atmosfere rilassanti e legate alle antiche tradizioni. Il nome Valfloriana deriva dal patrono San Floriano, mentre secondo un'altra tradizione deriva dalle sue radure fiorite attorniate da boschi di abeti.
Di giorno è la meta prediletta degli appassionati di trekking o di escursioni con le ciaspole nella natura selvaggia della Catena del Lagorai. Di sera il paese richiama gli amanti del gusto, attratti dall’offerta gastronomica gustosa e genuina dei suoi agritur. Dopo una passeggiata romantica nel betulleto è possibile organizzare una visita alle stalle, famose per la straordinaria attenzione alla salute psicofisica delle mucche.
Valfloriana è conosciuto per il vivace e arcaico Carnevale dei Matòci, celebrato ogni anno con un lungo corteo di personaggi con maschere lignee (facère) e costumi sgargianti. Sabato 10 febbraio, il corteo di personaggi scende di villaggio in villaggio per incontrarsi nella piazza di Casatta, riproponendo l’antica usanza dei “cortei nuziali” e coinvolgendo la popolazione. In tutti i borghi si potranno assaggiare piatti e formaggi tipici, come le zigare (coni di ricotta, sale e pepe) o l’antica formaggella Casat.
Di interesse storico il palazzo del municipio che, fino alla metà del secolo scorso, era una chiesa romanica. Infatti, fra le sue mura comprende il campanile e l'abside, con affreschi del 1400 di scuola germanica, probabilmente attribuibili ad Albrecht Dürer o a un suo allievo.
Borgo di Valfloriana
Comune di Valfloriana
Provincia di Trento
Regione Trentino Alto Adige
Abitanti: 479 valflorianeri
Altitudine centro: 853 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
Comunità Montana Val di Fiemme
Il Comune
Frazione Casatta 1 - Tel. +39 0462 910123
IN AUTO
IN TRENO
Ogni Matocio, detto anche Barba, deve superare alcuni ostacoli preparati dalla popolazione delle varie frazioni. Un processo che richiama l’antico sistema di dazi e pedaggi da pagare per passare da un paese all’altro. Segue un vivace scambio di domande e risposte bizzarre e maliziose fra i “Matoci” e gli spettatori, il cosidetto “Contrest”. Un momento particolarmente divertente è anche il controllo dei “documenti casarecci” con i quali i Matoci cercano di ottenere l’accesso alla frazione.
Una volta che tutti i Matoci sono stati accettati dalla popolazione può seguire il resto del corteo - in primis gli “Arlechini”, che danzano in cerchio al suono delle fisarmoniche. La loro danza è un richiamo della primavera e simbolo della fertilità. Con loro arrivano i “bèi” e le “bèle”, invitati allo sposalizio carnevalesco - coppie a ruoli invertiti, con il maschio vestito da femmina e la femmina vestita da maschio.
Il corteo si chiude con i “Paiaci” abbigliati in modo diverso l’uno dall’altro. Il loro compito è far divertire la gente. Al contrario dei Matoci essi sono muti e propongono pantomime satiriche con episodi dalla vita di paese dell’anno passato.
Il corteo è accolto nelle varie frazioni da rinfreschi organizzati dalle associazioni locali. Il “Carnevale Tradizionale di Valfloriana” non è solo un’antica usanza, ma anche un importante momento di aggregazione. L’obiettivo del comitato organizzativo del “Carnevale dei Matoci” è di tenere in vita questa tradizione e di trasmettere il suo patrimonio di cultura popolare alle future generazioni.