Montescaglioso è un importante centro storico-culturale noto come la Città dei Monasteri per la presenza di quattro complessi monastici, tra i quali spicca l'Abbazia di San Michele Arcangelo.
Meritano sicuramente una visita la Chiesa Madre, il Castello Normanno e il Santuario della Madonna della Murgia, la chiesa più importante del patrimonio rupestre di Montescaglioso.
Tradizione e gusto caratterizzano la cucina di Montescaglioso, una delle “città dell’olio” lucane.
Non è un caso che sulla tavola montese non manchi mai l’olio extravergine d’oliva lucano DOP, estratto per lo più dalla spremitura dell’oliva Maiatica di Ferrandina, che ne rende delicato e fruttato il sapore, utilizzato in gran parte dei piatti tipici. Ottime anche le produzioni di prodotti sott’olio quali pomodori, melanzane e carciofini.
Il ricco menù comprende la tipica pasta fatta in casa, in cui dominano orecchiette e cavatelli, oltre carni ovine e caprine alla brace, e poi la cosiddetta “Cialledda”, una minestra a base di pane, cipolle, olio d’oliva, pecorino e peperoncino.
Il tutto, ovviamente, annaffiato da ottimo vino locale, soprattutto in occasione dell’evento enogastronomico “In Vino Veritas”.
La Storia
I primi insediamenti nel territorio di Montescaglioso risalgono al VII secolo a.C.
L'intera area, strettamente collegata alla città magnogreca di Metaponto (fondata da coloni greci a metà del VII secolo a.C. in prossimità della foce del fiume Bradano), vive di intensi scambi e contatti con i centri greci della costa ionica.
Con la decadenza di Metaponto in epoca romana ed il progressivo insabbiamento del porto della città greca, Montescaglioso assunse un ruolo sempre più importante nel territorio circostante.
È probabile, infatti, che una parte della popolazione di Metaponto, costretta ad abbandonare la città e a disperdersi negli abitati limitrofi dopo essersi schierata con Annibale nel 207 a.C. durante la seconda guerra punica, si sia trasferita a Montescaglioso.
Alla fase romana della città appartiene un mosaico che attesta la presenza a Montescaglioso di una magistratura repubblicana e di un grande edificio pubblico. Un telamone in tufo proveniente da un altro palazzo pubblico di Montescaglioso è conservato nel Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Divenuta roccaforte bizantina, dopo il 1000 fu conquistata dai Normanni e accolse un'importante comunità benedettina con il conte normanno Rodolfo Maccabeo. In seguito Federico II l'assegnò a Manfredi.
Sotto gli Angioini e gli Aragonesi fu feudo di vari signori: del Balzo, d'Avalos, Orsini, Loffredo, Grillo e Cattaneo.
Fin dall'inizio del XX secolo il paese conobbe la presenza del Partito Socialista Italiano, rispettando in tal senso la tendenza lucana che nei primi anni del Novecento vide attecchire gli ideali legati all'internazionalismo proletario di stampo marxista.
Nonostante il regime fascista, e nonostante il paese ospitasse la vedetta della Marina Militare, l'attività dei partiti antifascisti è sempre stata attiva e ciò è testimoniato dal fatto che all'annuncio dell'arresto di Benito Mussolini, avvenuto il 25 luglio 1943 in seguito all'approvazione da parte del Gran consiglio del fascismo della mozione di sfiducia proposta da Dino Grandi, la popolazione del paese reagì con violente manifestazioni contro il podestà Francesco Locantore fino a giungere, il 19 settembre, alla sua uccisione, benché vi fossero in paese le truppe canadesi arrivate quello stesso giorno.
Subito dopo la caduta del regime l'attività politica del paese riprese con vigore e tornarono a farsi sentire quei malumori presenti da sempre nell'animo dei cittadini, legati alle usurpazioni delle terre demaniali e alla presenza del latifondo con i suoi rapporti di produzione basati sui soprusi.
Borgo di Montescaglioso
Comune di Montescaglioso
Provincia di Matera
Regione Basilicata
Abitanti: 9.940 montesi
Altitudine centro: 352 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
Città dei sapori
Città dell'olio
Aree naturali protette:
Parco delle Chiese Rupestri del Materano
Il Comune
Via Cosimo Venezia 1 - Tel. +39 0835 2091
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IN TRENO
IN AEREO
La Notte dei Cucibocca (5 Gennaio)
Una tradizione antica che segna la fine delle festività e delle libagioni natalizie. Una sorta di iniziazione per insegnare ai bambini a vincere la paura. I misteriosi Cucibocca si aggirano tra i vicoli del borgo indossando un mantello scuro e un cappellaccio, il volto irriconoscibile dietro una fluente barba di canapa. Ai piedi hanno una catena spezzata e in mano un grosso ago, con il quale minacciano di cucire la bocca ai bambini, che incuriositi gli si avvicinano. Meglio non gridare.
Il Carnevale Montese (4,11 e 13 Febbraio)
Una sfilata di maschere legata ad antichi riti popolari. I carri allegorici, realizzati dai giovani cartapestai montesi custodi di una tradizione secolare, animano le vie del borgo. A mezzanotte del Martedì Grasso, quando viene bruciato il fantoccio che rappresenta Carnevalone, si odono i quaranta rintocchi della Chiesa Madre. Il giorno dopo, appese ad una corda, le sette figure della Quaresima compaiono nei vicoli del borgo, a ricordare gli obblighi quaresimali del buon cristiano: digiuno, astinenza e penitenza.
Il Carnevalone (13 Febbraio)
Alle prime luci dell’alba del Martedì Grasso ha inizio la sfilata del tradizionale Carnevalone, un rito antichissimo che affonda le sue radici nella cultura agro-pastorale. La prima ad apparire è ‘u Fus, la Parca. Lancia in strada, facendolo roteare a terra, il suo fuso di legno agganciato a una corda, simbolo del destino: meglio non farsi colpire. Quaremma, moglie di Carnevalone, è vestita di nero come le sue sei figlie, ognuna delle quali rappresenta una delle settimane di Quaresima. In braccio Quaremma porta Carnevalicchio, un pupazzo vestito di bianco, simbolo della Pasqua. Chiude il corteo il vecchio e stanco Carnevalone che, in groppa ad un asino, percorre le vie del borgo, consapevole della sua imminente morte.