Castelrotto, incastonato nelle spettacolari Dolomiti, è un luogo dove storia, tradizione e natura si fondono per regalare un'esperienza unica di viaggio. Il borgo con il suo imponente campanile, simbolo della località, invita a un'immersione profonda nella cultura altoatesina, facendone il perfetto esempio di come un piccolo paese montano possa divenire presidio di valori, arte e attività al contempo.
Il richiamo più evidente è sicuramente l'architettura, dove il campanile della Chiesa di San Pietro e San Paolo si erge non solo come un punto di riferimento visivo ma come un custode delle storie e delle melodie che da secoli animano le piazze e le vie ciottolate del centro. Qui, dove le facciate degli edifici sono impreziosite da affreschi che raccontano del legame indissolubile con l'ambiente alpino e le tradizioni, il passo del tempo sembra rallentare, invitando a contemplazioni silenziose o a dialoghi ispirati.
A Castelrotto, ci sono molteplici attrazioni e punti di interesse che incantano i visitatori e raccontano la storia e la cultura di questo caratteristico paese alpino come il Museo dei Kastelruther Spatzen, dedicato al famoso gruppo musicale folk originario del paese, il museo ripercorre la loro storia e il successo delle loro canzoni.
Infatti, la cultura di Castelrotto si manifesta anche attraverso la sua musica - su tutte le note dei Kastelruther Spatzen - che accompagnano l'anno con eventi che vanno dall'Open Air estivo agli intramontabili concerti di Natale, rivelando l'animo intimo ma accogliente di questa comunità. Non si può parlare del borgo senza menzionare la ricchezza degli eventi che puntellano il calendario, con la Cavalcata Oswald von Wolkenstein che riporta indietro nel tempo, a quando cavalieri e dame celebravano antiche gesta, ed il "Natale in montagna" che avvolge di magia il finale d'anno.
E poi c'è la natura, un'infinità di sfumature verdi e azzurre che si dispiega ai piedi del paese e invita a esplorazioni nelle vaste distese dell'Alpe di Siusi o nei percorsi del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio. Qui, ogni sentiero, ogni rifugio di montagna come il Marinzen, ricorda quanto l'incontro tra uomo e ambiente possa essere armonico ed ispiratore.
Ma Castelrotto non è solo un luogo di incomparabile bellezza paesaggistica, è anche testimone di una tradizione sportiva d'eccellenza, come dimostrano gli atleti del calibro di Peter Fill e Denise Karbon che qui hanno mosso i primi passi, portando poi il nome di Castelrotto sui podi internazionali dello sci.
Certo, il paese è un tributo alle alte quote, ma anche alla capacità dell'uomo di creare ospitalità e comfort: gli alloggi spaziano dai lussuosi hotel benessere a dimore familiari più raccolte, dalle esperienze autentiche negli agriturismi alle strutture per gli amanti dell'avventura all'aperto, in modo che ogni viaggiatore possa trovare un nido su misura alle proprie esigenze per riposare dopo una giornata ricca di scoperte.
Alla fine, ciò che si porta via da Castelrotto è un collage di sensazioni, dalla pacatezza di antichi ritmi, alla vitalità di usi che resistono al tempo, dall'energia pura della natura, alla dolce malinconia delle melodie popolari. Si è avvolti da un'affascinante narrazione che invita non solo alla visita ma a una vera e propria partecipazione nella tessitura di una realtà che è, allo stesso tempo, profondamente radicata e meravigliosamente aperta verso il mondo.
Borgo di Castelrotto
Comune di Castelrotto/Kastelruth
Provincia di Bolzano/Bozen
Regione Trentino-Alto Adige
Abitanti: 6.872
Altitudine centro: 1060 m s.l.m.
Sito Unesco: Le Dolomiti
il Comune fa parte di:
Città e siti patrimonio mondiale Unesco
Comunità montana Salto-Sciliar
Aree naturali protette:
Parco naturale dello Sciliar-Catinaccio
Il Comune
Piazza Kraus 1 - Tel. +39 0471 711500
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A Castelrotto si rappresenta ogni inverno un tradizionale "matrimonio contadino" (Bauernhochzeit). Questa manifestazione fa rivivere gli usi antichi che si avevano quando i contadini della zona si sposavano. Infatti dai primi anni del Novecento, fino agli anni 50, i matrimoni avvenivano in inverno, ovvero quando i contadini non erano impegnati nei loro lavori agricoli. Oggi questo evento tradizionale è entrato a far parte del circuito turistico, in cui tutta la popolazione locale indossa quindi gli abiti dell'epoca, in particolare la sposa indosserà un cappello che ricorda i colori dell'erba e lo sposo porterà un garofano di dimensioni maggiori rispetto a quelli portati dagli altri uomini invitati ai festeggiamenti per l'unione.
Le donne invece si dividono in quelle che portano un copricapo spesso in lana, il Turmkappe e quelle nubili che portano un cappello luccicante e adornato con foglie dorate. Inoltre vi è colui che è addetto alla cerimonia, che porta un grande cappello ornato da piume di struzzo bianche e nere. Solitamente la manifestazione prevede che diverse coppie partecipino ad un corteo nuziale, formate da slitte trainate a cavallo, cui partecipano anche i parenti e gli amici delle coppie, tutti "addobbati" per l'evento con i Trachter. Al corteo che parte dalla chiesetta di San Valentino, segue la cerimonia religiosa, e quindi un tradizionale banchetto, seguito da balli tipici tirolesi.
Assieme alla celebrazioni del matrimonio contadino, sempre a Castelrotto si tengono pressoché nello stesso periodo i "Banchetti nuziali di Castelrotto". In quest'occasione i principali ristoranti deliziano i turisti con piatti tipici che un tempo venivano mangiati durante un matrimonio contadino.
Il nome di Castelruptum compare per la prima volta in un documento del 982–987 nel quale il vescovo Albuino di Bressanone scambiò il reddito della chiesa locale con il vescovo Eticho di Augusta. Prima di questa data sappiamo che era già presente in loco un insediamento, di cui però non ci è giunto il nome. Le tracce del Castelvecchio sono riconducibili all'epoca medioevale, rimane oggi solo una massiccia torre quadrata oltre ad alcune tracce di mura, capanne di mattoni e quindi la presenza di un villaggio fortificato. Nell'XIII secolo l'area passa di proprietà al conte Mainardo II di Tirolo-Gorizia e poi ai signori di Castelrotto. Nel 1348 il castello è di proprietà del duca Konrad Teck il quale è anche capitano del dipartimento dell'Adige. All'inizio del XV secolo il castello e l'abitato passano di proprietà alla famiglia Hauenstein ed è a quest'epoca che risalgono le prime fattorie stabili di grandi dimensioni impiantate nella zona.
Poco dopo la proprietà passa di proprietà a Michael Kraus, nobile ungherese giunto qui per matrimonio e già infeudato di alcune terre presso il lago Balaton. Questi divenne famoso in particolar modo per la ricchezza accumulata dai suoi feudi e per le opere caritatevoli che estese ai poveri di Castelrotto prima della propria morte, stabilendo che tale usanza fosse continuata nei secoli nel mese di ottobre con la distribuzione di una pagnotta di pane e di un sacchetto di sale ad ogni povero della comunità. Egli venne sepolto successivamente nella cappella della torre ove ancora oggi la sua tomba si trova. Suo nipote, Jakob Kraus, venne nobilitato dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo il 2 giugno 1607 e fu lui che procedette in gran parte alla demolizione dell'antico castello, creandovi una cappella ad uso per il villaggio dedicata a Sant'Antonio, oltre alla realizzazione da parte del figlio Georg Kraus di un parco naturale (1675) corredato da sette piccole cappelle e tre grandi crocefissi (Cristo e i due ladroni) che riprendono alcune tappe della via crucis. Nel 1847 la famiglia si estinse.