Il borgo di San Gimignano, posto su un'alta collina nella Val d'Elsa, è una piccola città fortificata a metà strada tra Firenze e Siena.
Nota soprattutto per le torri medievali che svettano sul suo panorama, San Gimignano ha acquisito il soprannome di Manhattan del Medioevo. La più antica è Torre Rognosa, alta 51 metri, mentre la più alta è la Torre del Podestà, detta anche Torre Grossa, di 54 metri.
San Gimignano è una cittadina agricola famosa per la produzione vitivinicola della Vernaccia e la coltivazione dello zafferano, che con il suo sapore caratteristico, pungente e leggermente amarognolo è possibile abbinarlo con il pesce, le verdure, le carni bianche.
La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vini bianchi più pregiati e viene prodotto in una ristretta zona della Toscana tra Siena, Pisa e Firenze coincidente con il territorio comunale di San Gimignano.
Esso è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo ed è stato il primo vino italiano a ricevere il marchio di Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1966.
La Toscana è una regione dove si producono 15 tipi di miele pregiato, tutti di qualità eccellente e a San Gimignano viene prodotto soprattutto quello di acacia e il millefiori. In cucina, oltre agli abbinamenti con i formaggi, il miele è ottimo per la preparazione dei dolci.
La storia
San Gimignano fu abitato anticamente dagli etruschi, almeno dal III secolo a.C, per la sua posizione strategica.
Sulle pendici del Poggio del Comune (624 m s.l.m.) sono presenti i ruderi di Castelvecchio, un villaggio di epoca longobarda.
Nel Medioevo la città si trovava su una delle direttrici della via Francigena, che Sigerico, arcivescovo di Canterbury, percorse tra il 990 e il 994 e che per lui rappresentò la XIX tappa (Mansio) del suo itinerario di ritorno da Roma verso l'Inghilterra. Egli la nominò Sce Gemiane, segnalando il borgo anche come punto di intersezione con la strada fra Pisa e Siena.
Secondo la tradizione il nome derivò dal santo vescovo di Modena, che avrebbe difeso il villaggio dall'occupazione di Attila. Verso il 1150, nonostante l'apertura di un nuovo tracciato della Francigena, San Gimignano continuò ad essere un centro emergente, con una politica di espansione territoriale e una significativa crescita delle attività commerciali.
Fu in questo periodo che si formarono due "borghi" al di fuori delle mura: quello di San Matteo, verso Pisa, e quello di San Giovanni, verso Siena, entrambi lungo una nuova "via maestra", che vennero inglobati nelle mura con il nuovo tracciato completato nel 1214.
Nel 1199, nel pieno del suo splendore economico, il paese guadagnò la propria indipendenza comunale rispetto ai vescovi di Volterra. Non mancarono le lotte intestine tra guelfi e ghibellini, ma al XIII secolo, sotto i ghibellini, risale il periodo di maggior splendore economico, che si basava sul commercio dei pregiati prodotti agricoli locali, tra i quali il più ricercato era lo zafferano, venduto in Italia e all'estero.
Nel 1251 le mura inglobarono Montestaffoli, ma pochi anni dopo, nel 1255, la città venne presa dai guelfi di Firenze che ordinarono la distruzione delle mura. Riacquistata l'indipendenza nel 1261 e tornata la supremazia ghibellina dopo la battaglia di Montaperti, i sangimignanesi ricostruirono le mura comprendendo anche il poggio della Torre.
Da allora la conformazione cittadina venne suddivisa in quattro contrade, ciascuna corrispondente ad una porta principale: quella di Piazza, di Castello, di San Matteo e di San Giovanni. Nel 1251 le mura inglobarono Montestaffoli, ma pochi anni dopo, nel 1255, la città venne presa dai guelfi di Firenze che ordinarono la distruzione delle mura.
Riacquistata l'indipendenza nel 1261 e tornata la supremazia ghibellina dopo la battaglia di Montaperti, i sangimignanesi ricostruirono le mura comprendendo anche il poggio della Torre.
Da allora la conformazione cittadina venne suddivisa in quattro contrade, ciascuna corrispondente ad una porta principale: quella di Piazza, di Castello, di San Matteo e di San Giovanni. Il declino e la marginalità della città nei secoli successivi furono le condizioni che permisero la straordinaria cristallizzazione del suo aspetto medievale.
Borgo di San Gimignano
Comune di San Gimignano
Provincia di Siena
Regione Toscana
Abitanti: 7.447 sangimignanesi
Altitudine centro: 324 m s.l.m.
Sito Unesco:
Centro storico di San Gimignano
il Comune fa parte di:
Paesi Bandiera Arancione
Città del bio
Città del vino
Città dell'olio
Riconoscimenti
Bandiera Arancione - Touring Club Italiano
Aree naturali protette:
Riserva naturale Castelvecchio
Il Comune
Piazza del Duomo 2 - Tel. +39 0577 9901
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Se si giunge a San Gimignano un giorno qualsiasi, magari all’imbrunire, quando le strade di pietra si perdono nel buio lasciando alle torri l’ultimo respiro di luce, non è difficile essere suggestionati dall’aspetto della cittadina, sentendosi improvvisamente alle porte del Medioevo.
Si entra quasi stranieri, risalendo la via che ha dato sostanza alla città. Dalla porta, su per la contrada San Matteo fino al cuore, con le due piazze: la religiosa con il Duomo e la civile, detta della Cisterna, con le case da nobile.
La strada Francigena, asse dei pellegrini diretti a Roma, attraversava l’abitato da nord a sud. Anche per questo, il XIII secolo fu il momento di maggior fortuna economica della città e del suo contado, grazie al commercio dello zafferano in tutta Europa. Nel XIV secolo seguì, però, un rapido declino, che portò nel 1351 alla sottomissione della città a Firenze. I secoli XIV e XV furono comunque fondamentali dal punto di vista artistico, grazie alla presenza in città di numerosi maestri, senesi o fiorentini, chiamati soprattutto dagli ordini religiosi ad abbellire i propri possedimenti: San Gimignano si riempie, così, delle opere di Barna da Siena, Bartolo di Fredi, Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli.
È singolare come proprio il declino e la marginalità che la città ha subito fino al XIX secolo siano state le condizioni che hanno permesso la straordinaria cristallizzazione del suo aspetto medievale: motivo per il quale oggi San Gimignano è annoverata tra i patrimoni dell’umanità Unesco.
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Il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, poi denominato Consorzio della Denominazione San Gimignano, nasce nel 1972 per una corretta gestione della denominazione Vernaccia di San Gimignano ottenuta, primo vino italiano, nel 1966. Fin dalla nascita il Consorzio persegue tre scopi fondamentali:
Il Consorzio ha operato affinché la DOC Vernaccia di San Gimignano ottenesse nel 1993 il riconoscimento della DOCG. Inoltre ha operato per la nascita, nel 1996 della San Gimignano Rosso DOC , divenuta nel 2012 San Gimignano DOC con cui si possono produrre le tipologie “Rosso”, “Rosato” e “Vin Santo”.
Tra questi possiamo citare: la selezione di nuovi cloni del vitigno Vernaccia di San Gimignano, iniziato nel 1994 in collaborazione con l’università di Firenze e con i Vivai Rauscedo che ha portato all’omologazione di 8 nuovi cloni di Vernaccia tra il 2002 e il 2007, il progetto di Identità Sensoriale della Vernaccia di San Gimignano realizzato con lo staff del prof. Bertuccioli dell’Università di Firenze, che ha portato nel 2008 alla definizione del profilo sensoriale della Vernaccia di San Gimignano, strumento indispensabile per il riconoscimento del vitigno tramite l’analisi sensoriale, l’individuazione del DNA della Vernaccia di San Gimignano e della sua tracciabilità nel vino, ricerca svolta dalla società Sergè dell’Università di Siena, con il contributo della Provincia di Siena, a partire dal 2009, che ha portato all’identificazione del DNA della Vernaccia nel 2010 ed è proseguito con lo studio sulla tracciabilità, conclusosi nel 2012.
Nel 2012, anno del quarantesimo anniversario dalla sua fondazione, il Consorzio della Denominazione San Gimignano ha ottenuto l’Erga Omnes, l’estensione dei compiti istituzionali nei confronti di tutti gli utilizzatori della denominazione, soci e non soci, attribuendo a questi ultimi l’obbligo della contribuzione per le attività consortili. Si tratta di un passo storico attraverso il quale la normativa riconosce che le attività di promozione e tutela in capo ai Consorzi apportano benefici a tutti gli utilizzatori della denominazione.
Il Consorzio, per ottenere un costante miglioramento qualitativo generale della produzione sia delle uve che del vino, organizza corsi di aggiornamento costanti rivolti al corpo sociale per la conduzione agronomica delle vigne e di tecnica di cantina e realizza progetti in collaborazione con Istituti di Ricerca.
Per ulteriori informazioni visita il sito ufficiale.