C’è chi dice che nei boschi sulla sponda sinistra del Piave abiti un folletto di spirito benevolo ma burbero e vendicativo.
Il Mazariol (o Mazzariol) sembra essere una creatura vestita di un cappuccio rosso con un grande cappello rosso e una folta barba copriva ne il viso raggrinzito e dispettoso.
C’è anche chi lo descrive come un anziano uomo robusto che nascondeva i bambini disobbedienti sotto il mantello.
Si dice che chi calpesta l’orma del Mazariol sia spinto per incantesimo a seguirne le tracce fino ad incontrarlo, per poi perdere la memoria grazie ad una bevanda a base di latte di capra nera che il folletto da al malcapitato.

Uno di questi malcapitati sembra essere la “ragazza di Primiero”. Secondo una leggenda la ragazza si trovò davanti al folletto dopo aver messo piede sopra una delle sue orme. Il folletto le alitò in viso e la ragazza perdette la memoria dimenticando tutto della sua vita passata. Negli anni successivi la ragazza rimase al servizio del Mazariol, il quale le insegnò a fare il burro, il formaggio e la tosèla. Un giorno un cacciatore la riconobbe e la riportò in paese. La ragazza non ricordava a e dopo svariati tentativi di farle tornare la memoria, solo il latte di una capretta bianca, donatole da una vecchina, funzionò. Così felice di essere tornata a casa la ragazza insegnò alla popolazione del paese a fare il burro, il formaggio e la tosèla.

Chi incontra il Mazariol può esser salutato con la frase “Salve, io sono il Mazariol che sconfisse Attila, il flagello di Dio“.
Infatti si narra che nell’anno 452, quando gli Unni di Attila stavano per attaccare la zona, il Mazariol che è molto attaccato al suo territorio, abbia messo il loro campo sottosopra.
Soffiò sui fuochi per incendiare le pelli, rovesciò le pentole piene di cibo, tirò i capelli e mise del vischio sulle barbe dei soldati, e legò le code e crini dei loro cavalli.
Il mattino dopo gli Unni erano pronti ad attaccare seppur stanchi e avviliti dalla notte travagliata.
Montati a cavallo si accorsero dell’ennesimo scherzo e, non sapendo che mai si deve tagliare ciò che il Mazariol unisce, tagliando i crini e le code legate ottennero che i loro cavalli persero il senso dell’orientamento ed iniziarono a zig-zagare storditi e senza volontà.
Rimasi stupiti ed impauriti, gli Unni scapparono lasciando Attila solo e umiliato.
Il Mazariol è sempre stato amato da quell’avvenimento ma se visitate la zona, prestate molta attenzione. 
Un antico detto locale dice: “No cascar entro te le peche del mazarol!” …potreste perdere la memoria e non tornare mai più.

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