Raccontare l’artigianato è un fatto da prendere molto sul serio. Sì, perché dietro alle molte lavorazioni di tessuti, vetri, metalli e via dicendo si nascondono storie di rispetto per le i materiali migliori e per le tradizioni. Occorre molta attenzione ai dettagli, dedizione e fatica. A prodotto ultimato, l’opera d’artigianato diventa comunicativa: è capace di raccontare una storia che parla di uno specifico territorio e delle sue genti. Oggi vi parliamo del merletto a tombolo dal borgo di Offida, nelle Marche.
UN PO’ DI STORIA
La nascita del merletto a tombolo si perde nella storia: le prime testimonianze di quest’arte nella lavorazione del pizzo sono contenute negli affreschi, dipinti, libri e modellari datati già al 1500-1600. Il primo documento che fa cenno al merletto prodotto in Offida è datato 1511 ed è relativo ad un’offerta di pizzi da parte del Comune di Offida alla chiesa della Croce Santa, per soddisfare un voto fatto dalla cittadinanza, onde ottenere la fine della peste del 1507. Personalità religiose di origine offidana, affermate in campo nazionale, usavano il merletto prodotto in Offida per ornare i corredi sacri. Questa attività artigianale portò sostentamento alle famiglie offidane e lustro al territorio per oltre IV secoli, ma la vera consacrazione del merletto a tombolo nei mercati europei ed extraeuropei, arrivò nel 1900. Il merletto a tombolo raccolse sempre più consensi e premiazioni.
Il marchio “Merletto a Tombolo di Offida” contraddistingue la produzione offidana di merletti artistici e tradizionali, a tutela della denominazione d’origine ed ai fini della difesa e della conservazione delle caratteristiche formali e produttive. Può essere utilizzato esclusivamente da parte dei produttori che siano iscritti al registro dei produttori offidani di merletti, appositamente istituito dal Comune di Offida.
Nel 2010 è stata inaugurata “Via del Merletto”, una via storicamente dedita alla lavorazione del merletto a tombolo, con l’istallazione di targhe e pannelli esplicativi.
LA TECNICA
In che cosa consiste la speciale lavorazione dei pizzi di Offida, ufficialmente definiti “merletti a tombolo”?
E’ innanziatutto necessario sapere che il “tombolo” rappresenta lo strumento sul quale viene lavorato il pizzo. E’ un cuscinetto imbottito, posto su un reggitombolo in legno chiamato “prepenna”.
Occorrono poi i fuselli in legno (in dialetto li “cannjtt”), gli spilli, il filo (lino, canapa, seta, cotone, uniti talvolta a fili d’argento e d’oro) ed il disegno del merletto che si andrà a realizzare, generalmente fatto su cartoncino rigido. Per alcuni lavori è necessario l’utilizzo di un uncinetto molto sottile ( in dialetto “l’aghitt”).
Dopo aver fissato il disegno sul tombolo, si avvolge il filo ad ogni coppia di fuselli, sempre nello stesso verso poi, una volta fermati con le spille i fuselli sul disegno, si può iniziare il lavoro che consiste in due movimenti: girare ed incrociare. Con questo procedimento si da’ luogo ai punti, con i quali si possono realizzare merletti leggeri e trasparenti, intessuti di volute, fogliami, frutti, fiori, stelle ed altri svariati motivi.
Il merletto di Offida può essere realizzato attraverso con quattro punti, che variano nella tipologia del disegno, nella tecnica di lavorazione e sul numero dei fuselli utilizzati per eseguire il lavoro:
- punto Nastrino: si presenta come un nastrino (stradina) lavorato a punto tela o mezzo punto legato con delle barrette (travette) a formare diversi motivi.
- punto Antico: lavorazione con un numero variabile e considerevole di fuselli, anche centinaia. Si può dividere in: a filo continuo, a nastrino o stradina, figurativo.
- punto Venezia: lavorazione con minimo 9 coppie di fuselli. Vengono realizzate viole, fiori, rose con rete esagonale.
- punto “Rosalin” (rosalia): lavorazione con minimo 5 coppie di fuselli. È caratterizzato da rosette rotonde con inserti di rete.
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