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Toscana: il borgo di Castiglione della Garfagnana, tra il Biroldo, la Mondiola ed il pane di patate.


Mercoledì 02 maggio 2018

Il suggestivo borgo fortificato nel cuore della Garfagnana, le mura e le torri, il castello, i palazzi nobiliari, le chiese di San Michele e San Pietro, e le prelibatezze gastronomiche, la Mondiola, il Biroldo e il pane di patate.

Toscana: il borgo di Castiglione della Garfagnana, tra il Biroldo, la Mondiola ed il pane di patate.

Non ci sono solo le colline con in cima i cipressi, i borghi arroccati sui poggi di tufo, le isole circondate da un mare incantevole e le innumerevoli città d’arte sparse da nord a sud. La Toscana è anche altro. E’ anche una regione di monti e valli boscose, terre alte e a volte aspre che si perdono nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano, terre di torrenti e profumi, ma anche di borghi di storia e sapori.

Parte di questa Toscana è la Garfagnana, area storica della provincia di Lucca a due passi dalle Alpi Apuane, tra la Lunigiana, la Versilia ed il massese.

Cuore di questa zona geografica dell’estremo nord toscano, terra che l’Ariosto definì “Terra di lupi e di briganti”, è il borgo di Castiglione di Garfagnana, centro murato che si perde nei boschi tra la natura selvaggia. Già cinto di mura e torri poco dopo l’anno Mille, Castiglione di Garfagnana fu spesso sottoposto ad assedi, ma fu anche il castello più importante della Repubblica di Lucca, a difesa del suo territorio dal confinante ducato di Modena.

Risale al 1371 la cerchia di mura e torrioni che fanno da cornice al suo abitato ricco di testimonianze storiche, cultura e tradizioni, ed è la Porta del ponte levatoio, una delle tre d’accesso al paese, a consentirci di approdare nel centro antico. Mentre su piazza del Castello hanno sede il rinascimentale palazzo cinquecentesco del parlamento, oggi sede del Municipio, e palazzo Nobili, su via Roma si affacciano i palazzi delle antiche famiglie notabili locali.

Da vedere le chiese di San Michele e San Pietro. La prima, consacrata all’inizio del Quattrocento, presenta una facciata tardogotica in pietra grigia, marmo rosso e bianco, ed un interno che custodisce una preziosa testimonianza della pittura lucchese del Trecento, la “Madonna col Bambino” di Giuliano di Simone di Lucca, dipinta nel 1389 a tempera su tavola, il ciborio realizzato in marmo di Carrara contenente gli “oli santi”, con motivi decorativi classici greci e romani, della scuola di Matteo Civitali, un prezioso Crocefisso ligneo trecentesco e la statua in legno della Madonna col Bambino. La seconda, consacrata nel 1197, è situata a ridosso della rocca e propone le tre statue lignee dei Santi Pietro e Paolo con al centro la statua della Beata Vergine del Carmelo, opera di Vincenzo Civitali, l’altare maggiore decorato in legno dorato e un secentesco paliotto a decorazione dell’altare della Madonna dei sette colori. La rocca medievale, attorno alla quale si sviluppò l’abitato, domina il borgo e regala una vista imperdibile sul borgo e sulla Garfagnana.

Alla bellezza del luogo si uniscono le specialità gastronomiche. Oltre ai frutti dei boschi e delle campagne, Castiglione di Garfagnana ed il suo territorio si raccontano anche attraverso autentiche prelibatezze come la Mondiola, il Biroldo ed il tipico pane di patate.

La Mondiola di Castigione Garfagnana
Foto Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano

Prodotta fin da quando i contadini della zona iniziarono ad allevare e macellare i maiali, la Mondiola, il classico salame garfagnino, è un salume di consistenza morbida e dal profumo speziato e gradevole, dall’impasto ricavato dalla macinatura della carne che viene poi miscelata con sale, pepe, spezie locali e chiodi di garofano. Singolare la sua forma a u; il salume viene infatti piegato e, dopo l’aggiunta di una foglia di alloro al centro, ne vengono collegate le due estremità.

il Biroldo di Castiglione di Garfagnana
Foto Pro Loco Castiglione di Garfagnana

Anche il Biroldo ha origini molto antiche. Salume dal gusto piccante, dal colore scuro e dalla forma a palla leggermente schiacciata, è un antico e particolare sanguinaccio. Per la preparazione si usa esclusivamente la testa del maiale, che si fa bollire per tre ore; la si disossa e si aggiunge una piccola quantità di sangue a cui s’aggiungono poi sale, pepe, noce moscata, cannella, chiodi di garofano, anice stellato e finocchio selvatico. Il Biroldo si può consumare tagliato a striscioline, accompagnato dal tipico pane di castagne garfagnine o dal pane di patate, oppure scaldato in padella.

E’ invece il pane rustico della zona quello preparato con le patate, cibo povero nato dalla necessità, nelle annate in cui i cereali erano scarsi, di integrare la farina di grano con le patate lesse. Aggiunta di patate che consentiva, un tempo, di mantenere il pane per parecchi giorni; nella tradizione locale infatti il pane si produceva una sola volta alla settimana, solitamente il sabato.

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